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Massoneria, laicismo e cattolicesimo
Intervista a Manuel Guerra, autore di “La trama masónica”

BURGOS, giovedì, 31 maggio 2007 (ZENIT.org).- È vero che esiste una cospirazione massonica? C'è compatibilità tra l'essere cattolici e l'essere massoni? Il Parlamento europeo è dominato da massoni? Sono domande che il professor Manuel Guerra, autore di venticinque libri sulle sette e altre questioni, si è posto e a cui ha cercato di rispondere nel libro “La trama masónica” (Styria Ediciones).

Manuel Guerra Gómez (Villamartín de Sotoscueva, 1931) è laureato in filologia classica e in teologia patristica ed è membro della “Real Academia de Doctores de España”. E' stato, inoltre, Preside della Facoltà di Teologia del Nord della Spagna, nelle sedi di Burgos e Vitoria.

In una intervista a ZENIT, Manuel Guerra ha detto: “Il metodo massonico, strettamente legato alla concezione laicista, riflette il relativismo storico e conduce al relativismo socio-culturale promuovendolo”.

Si tratta di una leggenda la famosa cospirazione massonica?

Guerra: Bisogna distinguere tra massoneria e massoni. La massoneria in quanto tale, in teoria non aspira al potere o almeno ad averlo al servizio dei propri principi e interessi.

Tuttavia, di fatto, i massoni sono presenti in quasi tutti gli organismi internazionali in cui vengono prese decisioni e nelle multinazionali che influiscono sul potere economico e politico.

È logico pensare che cerchino di far passare i loro principi ideologici (relativismo, laicismo, gnosticismo) ovunque si trovino e di irradiarli oltre il loro contesto.

D’altra parte, nel mondo anglosassone e nei Paesi nordici, in Turchia, ecc. non è che i massoni aspirino a detenere il potere, essi sono il potere.

Così, per esempio, il Sovrano del Regno Unito è anche il Gran Maestro della Grande Loggia Unita di Inghilterra (GLUI) e delle più di 150 Grandi Logge (una per ogni nazione e negli Usa una in ogni Stato). Nel 1995 la GLUI contava 750.000 membri appartenenti a 8.000 Logge sparse in tutto il mondo.

Inoltre, poiché vige la regola del segreto, non vi è modo di sapere per certo dove essi agiscono e fino a dove arrivi la loro influenza diretta e tanto meno quella indiretta.

Il Governo di Tony Blair ha promosso un movimento d’opinione che rivendica l’istituzione dell’obbligo per i massoni di dichiarare la propria appartenenza alla massoneria, soprattutto se sono funzionari dello Stato e soprattutto se operano nella giustizia e nella polizia. È encomiabile la risposta di più di 1.400 giudici inglesi che hanno dichiarato volontariamente la propria affiliazione alla massoneria. Evidentemente sono molti di più.

In seguito allo scandalo della Loggia segreta P2 di Licio Gelli, i funzionari italiani di determinati ambiti dell’amministrazione pubblica, se sono massoni, sono obbligati a dichiararlo, pena il rischio di perdere il proprio posto (legge della Regione Toscana del 1983).

Il famoso 60% di massoni nel Parlamento europeo è un dato che corrisponde alla realtà?

Guerra: Questo dato, o uno simile, è stato affermato da Josep Corominas, Gran Maestro della Gran Loggia di Spagna (GLE) fino al marzo del 2006. Il 9 febbraio del 2007 egli ha abbandonato la GLE, pur affermando di continuare ad essere massone e di voler essere considerato tale.

Si tratta di una nuova scissione che ha dato luogo ad una nuova Obbedienza massonica o di una sua incorporazione ad un altra già esistente? Di fatto tutte le proposte inerenti questioni familiari e di bioetica, in dissenso con la dottrina della Chiesa e persino con la legge naturale, sono state approvate dal Parlamento europeo. Si ricordi anche il caso dell’italiano Buttiglione che è stato respinto da una maggioranza laicista.

A Roma è appena terminato un Congresso durante il quale è stata ricordata l’incompatibilità tra cattolicesimo e massoneria, ed è stato lanciato un appello al dialogo con i massoni nelle questioni socio-culturali. Come può avvenire questo?

Guerra: Nonostante l’incompatibilità oggettiva tra massoneria e cattolicesimo, i cattolici possono dialogare con i massoni a vari livelli, salvo quello che la Santa Sede, consapevole dei rischi, si è riservata come sua competenza esclusiva: “Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito”, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa S. Congregazione del 17 febbraio 1981 (Dichiarazione sulla massoneria, 26 novembre 1983; AAS 73, 1984, p. 100).

Occorre, inoltre, tenere conto della realtà e delle conseguenze del segreto massonico. Come si può dialogare con qualcuno che porta la maschera? Ciò nonostante è possibile dialogare su questioni socio-culturali. Sebbene le religioni e le ideologie finiscono per formare e conformare a sé anche le rispettive culture, esiste comunque sempre una base comune.

Il piano culturale, almeno in teoria, è un settore in cui è più facile dialogare, rispetto a quello specificamente religioso e ideologico. È più facile intraprendere un dialogo a livello interculturale (sulla povertà, l’alfabetizzazione, l’ambiente, la sanità, la globalizzazione, ecc.) che a livello interreligioso.

Tuttavia, persino su questo terreno, il dialogo con la massoneria incontra serie difficoltà, in quanto il laicismo massonico, aperto o nascosto, tende a porre ai margini la specificità religiosa, ciò che non è comune a tutte le religioni ed etiche, e tende a rinchiuderla, come agli “arresti domiciliari”, nel foro della coscienza personale e all’interno delle mura dei templi.

In questo senso, porta a cancellare le orme socio-culturali cristiane nei Paesi tradizionalmente cristiani, come per esempio i presepi o le rappresentazioni e i simboli del mistero del Natale (la stella cometa, i re magi, gli incensari per le strade durante le feste natalizie, ecc.).

La massoneria si sostituisce alla religione?

Guerra: La massoneria, in linea con uno dei suoi prodotti, la New Age, preferisce usare il termine “spiritualità”, che ha maggiore risonanza soggettivistica rispetto al termine “religione”.

I massoni si dicono cristiani e negano che la massoneria sia una religione. Se lo affermassero, dovrebbero riconoscere di appartenere a due religioni: quella cattolica e quella massonica.

Ma di fatto, almeno per molti, soprattutto per i massoni agnostici, deisti, la massoneria si sostituisce alla religione. Anzi, la massoneria è chiamata “religione” e talvolta “la religione” negli scritti massonici e dei massoni.

Come è riuscito ad avvicinarsi a questo mondo, se questo è un mondo segreto?

Guerra: Ho dedicato molte ore a studiare le costituzioni, i regolamenti e i rituali delle diverse Obbedienze o federazioni di Logge massoniche, nonché a conversare con massoni ed ex massoni in Spagna e in Messico, e a leggere libri sulla massoneria scritti da massoni e da non massoni.

In Messico, circa dieci anni fa, mi sono intrattenuto per due estati parlando quotidianamente sulla massoneria con professori universitari, massoni e non massoni. Ho dedicato i pomeriggi a visitare i centri di diverse sette, alcune delle quali paramassoniche, che si trovavano nella periferia urbana.

La massoneria è più un metodo che un contenuto?

Guerra: L’uomo, oltre a pensare, sente e immagina. I sentimenti e l’immaginazione possono provocare interferenze e perturbare la lucidità mentale. Ciò nonostante, le idee e le credenze orientano l’uomo; i principi creano e orientano le istituzioni umane. Ma per raggiungere l’obiettivo è necessario utilizzare il “metodo” adeguato.

La stessa etimologia greca di questa parola indica il “cammino” (odòs) che deve essere percorso per arrivare “al di là” (met'), ovvero alla meta. Nella massoneria, il metodo assurge alla più alta categoria e alla massima efficacia, poiché di fatto costituisce uno dei suoi “principi”, forse quello fondamentale, che sta alla base di tutti gli altri.

Proprio il metodo massonico costituisce uno dei motivi per cui la massoneria risulta essere incompatibile con la dottrina cristiana.

Il metodo massonico, strettamente legato alla concezione laicista, riflette il relativismo storico e conduce al relativismo socio culturale promuovendolo.

Alain Gérard, uno dei dirigenti del Grande Oriente di Francia riconosce che “la massoneria è solamente un metodo”. Secondo lui, un massone può avere “opinioni”, ovvero credenze proprie di una determinata religione, ma il metodo massonico lo obbliga a “porre in questione” le sue opinioni e ad accettare la possibilità che vengano dichiarate false o superate in una sintesi di ragioni più solide e con l’appoggio della maggioranza.

“Non esiste una vera discussione se prima si dichiara che, quale che sia il risultato della discussione, vi sono alcuni punti sui quali uno sarà sempre convinto di avere ragione”, afferma.

Da quì l’allergia massonica ai dogmi e alle religioni dogmatiche e rivelate, specialmente a quella cristiana.

Da ciò discende anche il fatto che i massoni tendano a considerare la democrazia come un’opera della massoneria e il metodo democratico (l’approvazione a maggioranza dei voti) come qualcosa di connaturato alla massoneria, la quale lo estende a tutte le realtà, compresa la stessa verità, il bene, ecc.

L’attuale Gran Maestro del Grande Oriente di Francia, Jean Michel Quilardet, in una dichiarazione a “La Voz de Asturias” (20 gennaio 2007, Oviedo, Spagna) riconosce: “Si può pensare che esista una democrazia non laica (= non laicista, non massonica), ma a mio modo di vedere e secondo il mio pensiero, il laicismo è un progresso della democrazia”. Di conseguenza i democratici che non sono laicisti o massoni, se sono democratici, lo sono di serie b.

I massoni sono una minoranza creativa. I cristiani anche?

Guerra: Evidentemente i massoni non monopolizzano la creatività. Anche se di natura diversa, essa è propria – e non in misura minore – anche dei cristiani, con l’aiuto della grazia divina e l’influsso dello Spirito Santo.

Per dimostrarlo basta ripassare la storia della Chiesa e del suo adattamento di evangelizzazione alle circostanze socio culturali così variabili nei duemila anni della sua esistenza. “Ecco non è troppo corta la mano del Signore” (Is 59,1) nei nostri giorni.

Quando pochi anni fa Giovanni Paolo II chiamava i movimenti ecclesiali “nuova primavera dello Spirito”, “rinnovata Pentecoste”, “dono particolare che lo Spirito offre alla Chiesa nel nostro momento storico”, inizialmente io lo attribuivo alla sua grande bontà.

La persona buona, santa, non vede se non bontà in tutto, come l’avaro scorge il lucro e il lussurioso il piacere sessuale.

Quando poi ho dovuto realizzare lo studio “Los movimientos eclesiales en España” (Real Academia de Doctores de España, El estado de España, 2005, p. 80-94) e ho potuto scoprire la realtà, sono rimasto impressionato. Che creatività quella dei figli della Chiesa, mossi e ispirati dallo Spirito Santo, nei giorni nostri!

Come rimarrebbero la Chiesa e il mondo se i movimenti ecclesiali, le opere educative e assistenziali, ecc., sparissero come per incanto, lasciando una specie di gigantesco “buco nero” nella galassia ecclesiale e in quella socio culturale?