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Damanhur
Stefano Maria Chiari 20/07/2007
Una cerimonia Damanhuriana Continuiamo la nostra piccola inchiesta «a puntate», volta all’illustrazione di alcuni aspetti di certi nuovi fenomeni religiosi, la cui diffusione è sintomo e termometro reale del generalizzato, bassissimo livello della vita dello spirito in cui ci muoviamo e del quale siamo anche certamente responsabili; ed è per questo che se ne parla, per evidenziare, da un lato, la deficienza e l’irrazionalità fantastica di tanti movimenti settari presenti sul nostro territorio e per sottolineare dall’altro, e sempre di più, qualora ce ne fosse bisogno, l’oggettiva superiorità e bellezza del messaggio e dell’insegnamento cattolico, oramai sconosciuto e dimenticato nella sua profondità reale e nel suo vero spessore.
Una cerimonia Damanhuriana





La Federazione di Damanhur è un’eco-società: una federazione di comunità ed ecovillaggi con una propria struttura sociale e politica in continua evoluzione, (1) sorge in Valchiusella (Piemonte) a circa 40 km da Torino, incorniciata nel verde e maestoso scenario alpino.
Le comunità (ma possiamo parlare di vere e proprie città) che la compongono sono: Damil, capitale, quindi Etulte, Tentyris, Valdaijmil ed in ultimo Rama.
Il nome Damanhur (città della luce, collegata al culto del dio Horus) è mutuato da una antica città egizia.
Ad oggi la comunità ha superato le 400 unità (interne) ed oltre gli 800 aderenti.


Fondatore, nel 1977, è Oberto Airaudi (nella comunità chiamato anche «Falco») (2), nato a Balangero (Torino) nel 1950.
Nel 1975 inizia la sua attività «spirituale» come leader di un circolo esoterico torinese: il Centro Horus di ricerche parapsicologiche, ove si dedicò a tenere conferenze e corsi su diversi temi, tutti molto cari al New Age, quali ad esempio: telepatia, telescrittura, spiritismo, pranoterapia, scienze naturali, vite precedenti, ipnosi.
«Fini di Damanhur sono la libertà ed il risveglio dell’Uomo come principio divino, spirituale e materiale; la creazione di un modello di vita auto - sostenentesi basato sui principi etici di buona convivenza ed amore; l’integrazione e la collaborazione armoniche con tutte le Forze collegate all’evoluzione dell’Umanità». (3)

La «nazione» possiede anche una propria costituzione (della quale, in rete, possiamo trovare i cosiddetti principi fondamentali (4), un proprio governo, scuole di diversi livelli di insegnamento, aziende agrituristiche con produzione e vendita di prodotti tipici, un quotidiano, un centro di studi di pranoterapia e medicina naturale (la «Libera Università di Damanhur»), un proprio luogo di culto, il cosiddetto «Tempio dell’Uomo», costruito in segreto (e senza permesso edilizio) in circa 16 anni, poi dichiarato «opera d’arte collettiva» dalla Sovrintendenza alle Belle Arti del Piemonte e trasformato opportunamente dalla comunità in meta di visite turistiche guidate a pagamento. (5)


Il significato del Tempio rivela molto della spiritualità di questa «federazione».
«Il Tempio, infatti, è un viaggio iniziatico, la riproduzione ritualizzata delle stanze interiori di ogni essere umano: percorrerne le sale e i corridoi è un’immersione dentro se stessi, un pellegrinaggio spirituale aperto a tutti i credi e a tutte le convinzioni. Il Tempio dell’Uomo porta questo nome perchè è dedicato alla celebrazione della creatività e della spiritualità in tutte le sue forme. Damanhur vuole essere come una fiamma che accende e dà l’avvio alla rinascita spirituale di chiunque lo desideri». (6)


La vita dell’associazione è scandita da pratiche rituali personali e comunitarie, quali per esempio il noto saluto «con te»(mediante congiunzione delle mani in segno di preghiera).
Esistono riti dedicati a celebrare la fondazione della comunità, o i solstizi e gli equinozi; c’è anche una sorta di commemorazione dei defunti; si praticano danze sacre e si utilizza una liturgia piena di simbologie esoteriche.
Un settore particolare di questa ritualità (al tempio indissolubilmente legata) ha luogo all’interno di esso, il resto all’aperto.
«La Comunità ha regole ben precise per l’organizzazione della convivenza, per l’esecuzione delle varie attività, per tutti i rapporti con l’esterno. Le famiglie vivono in nuclei ‘allargati’ cioè composti da più di una famiglia. Il ‘matrimonio damanhuriano’ è un matrimonio a termine, a seconda della decisione della coppia, che può essere rinnovato e che si può contrarre anche via internet (!) compilando un apposito modulo che compare sullo schermo (con tanto di testimoni, mentre cerimonia e formula sono lasciate alla libera iniziativa della coppia)». (7)

I «cittadini» amano chiamarsi tra loro, scegliendo ognuno il nome di un animale (questo per cogliere meglio l’armonia con la natura circostante).
L’impianto dottrinale posto a sostegno di questa società, da quel che già si può arguire, è fondato su un estremo sincretismo religioso, tipico della fenomenologia New Age.
Il leader carismatico, come sempre, riveste il ruolo di intoccabile vate di indiscussa sapienza e profondità spirituale; si rinvengono elementi magico-esoterici ed una esaltazione delle capacità dell’uomo e del suo rapporto con la natura, sito misteriosamente ricco di forze, con le quali entrare in armonia ed attraverso cui risalire alla propria autodivinizzazione, liberandosi così dal ciclo karmico.
La credenza della reincarnazione è d’obbligo; con una peculiarità: i damanhuriani possono programmare le loro reincarnazioni e possono anche «viaggiare nel tempo», mediante l’espediente di una sorta di «tecnologia spirituale».
Chiaramente, in tutto ciò, è implicito il rifiuto della potenza salvifica di Cristo, come unico redentore dell’umanità e disprezzata ogni autorità della santa Chiesa.


Condivisibili, in merito, alcune considerazioni da parte del cardinale Paul Poupard:

«L’illuminazione interiore prende il posto della fede che è obbedienza di tutto il nostro essere a Dio; la liberazione del proprio potenziale creativo prende il posto della salvezza; la preghiera si trasforma in un viaggio nelle profondità dell’io; una ‘vaga armonia’ con l’universo rimpiazza il richiamo concreto all’impegno sociale; la teologia è spodestata dalla psicologia o dalla teosofia; la rivelazione si trova più nel cuore della persona che nella storia; e, infine, tutte queste riduzioni-sostituzioni sfociano in un vago e ingenuo ottimismo. Questo potrà forse servire, come si suol dire, a ‘sentirsi meglio’ per qualche tempo. Ma non certo a dare risposte valide a problemi tragici quali la sofferenza, la morte, e neanche a condurre all’amore, alla vera gioia, alla pace profonda» (in Jesus, ottobre 1993, pagine118-119).

Cosa aggiungere?

La deformazione del vero segue sempre una deviazione etico-comportamentale, e questa si sposa benissimo con pratiche rituali, soprattutto esoteriche, che consentano un permissivismo lassista della morale, specie in materia sessuale.
La perversione e l’inquinamento del cuore ottenebrano anche l’intelletto, che si inclina al sofisma, rifiutando la retta logica e ragione.
Ogni esempio di sincretismo religioso subisce questo processo e si logora in tale perversa spirale argomentativa: la contraddizione è sempre presente, ma l’obiezione si respinge con il ricorso ad imperscrutabili ed insondabili vie misteriche (la cui presunta «prova» è già peccato mortale, perdita della grazia e quindi anche della luce di Dio).
Nerezza di tenebre che porta all’impenitenza finale, ingresso ampio ad un inferno senza fine.

Stefano Maria Chiari

Note
1) Da http://www.damanhur.info/it/html/ArcMagazine.asp?IDCat=1&IDSottoCat=37
2) Che sembra abbia anche ricevuto i sinceri complimenti di Introvigne (sempre più apologeta!!!), vedi http://www.damanhur.info/it/html/ArcMagazineDet.asp?IDArt=15
3) Da http://www.damanhur.info/it/html/ArcMagazineDet.asp?IDArt=8
4) Come sopra.
5) Damanhur è stata tra l’altro premiata dalle Nazioni Unite come «modello per un futuro sostenibile»
6) Da http://www.olami.it/html/ArcMagazineDet.asp?IDArt=1
7) Da http://www.saluzzo.chiesacattolica.it/gris