G.r.i.s. Gruppo Ricerca Informazione Socio Religiosa Diocesi di Rimini
Le inconciliabili posizioni
dello gnosticismo antico e moderno, profuso fin dalle radici delle
venature di sofismi malsani dal deleterio effetto distruttivo
dell'essere (tutto), lasciano pervadere l'errore come cancro del sano
vivere, fino a logorare la medesima vita intellettiva e spirituale.
Quando la Sacra Scrittura asserisce che «la morte è il salario del
peccato», anche questo si deve intendere.
Il peccato argomentato razionalmente, giustificato, artatamente difeso e mascherato dell'immagine del vero, che, in tal modo diviene errore e menzogna, mostra la sua malizia completa solo se riflesso nello specchio della verità per essenza, infallibile e non equivocabile. L'Oriente non conosce la netta antitesi bene/male, perché non riesce a percepirne il principio primo e supremo, Dio stesso, Sommo Bene, Luce infinita in cui non vi sono tenebre. |
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Sri Sathya Sai Baba
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Sai Baba rappresenta proprio un emblematico esempio di questa realtà multiforme non definibile, tanto amata dagli studiosi, sedicenti «iniziati», di teosofia e di «dichiarate» autentiche antiche «tradizioni».
«Satya Sai Baba (il suo nome vero è Satya Narayana Raju) nasce
nel 1926 a Puttaparthi, uno sperduto villaggio dell'India del sud. I
suoi seguaci credono che la sua nascita sia stata segnata da strani
segni come per esempio il suono di strumenti musicali.
Fin da piccolo i familiari vedono in lui poteri sovrumani: avrebbe
fatto apparire dall'aria oggetti da donare ai suoi coetanei; da un
albero di tamarindo sarebbero per suo ordine cresciuti frutti diversi:
mango, banane, papaie e mele tanto da far pensare a una divinità calata
sulla terra.
E proprio così si autodefinì, ancora adolescente nel 1940: dichiarò di
essere l'incarnazione di Dio sceso in terra.
I devoti cominciarono così a frequentare la sua casa.
Egli dava prova delle sue capacità sovrumane lanciando in aria petali
di rose che, cadendo, formavano le lettere del suo nome. Moltiplicava
cibo per gli stanchi pellegrini che si recavano a trovarlo e dichiarava
di essere l'Avatar (manifestazione), il salvatore della storia.
Così Satya Sai Baba incominciò ad essere adorato come incarnazione
divina discesa con pieni poteri sulla terra per condurre l'umanità alla
realizzazione della propria realtà, a prendere coscienza della sua vera
origine.
Proclamava: 'Io sono Dio e sono venuto per aiutarvi'...
Il messaggio dottrinale di questo leader religioso è incentrato sulla
sua persona.
Il punto di arrivo della conversione è la fede nel maestro Sai Baba.
Egli non si definisce un fondatore di religione o un profeta, ma dio
egli stesso, verità assoluta e definitiva.
'Io sono la Verità e vi guido verso la Verità... In quanto l'uomo
realizza la Verità egli realizza Me e allora Io mi carico delle sue
sofferenze... Io, l'Avatar, (il Cristo), sono Verità e Amore'
(Discorsi, III-IV, 1989).
Egli predica che tutte le religioni sono buone, però solo lui è la
Verità.
Ne deriva che per Sai Baba le altre religioni sono ritenute vere solo
nella misura in cui sono recuperabili alla luce della sua dottrina
personale.
Così il suo sincretismo diviene facilmente intolleranza». (1)
Le testimonianze pro e contro questo santone indiano si
rilevano numerose nel web; si palesano evidenti contraddizioni
dottrinarie (2),
e finanche comportamentali, che si sostanziano in accuse di un
millantato credito guaritore da prestigiatore illusionista,
approfittatore ed ingannatore di folle, per passare a vere e proprie
denuncie di abusi sessuali commessi dal guru a danno di alcuni
discepoli scandalizzati e culminare, in ultimo, in preoccupanti
affermazioni di conseguenti possessioni diaboliche legate alla sua
persona (3).
A chi scrive paradossalmente non interessa affatto la buona o mala fede
dell'individuo in questione (benché abbia una propria opinione in
merito), ma ritiene utile dimostrare la falsità del pensiero e della
proposta portata avanti con tanta risonanza mondiale.
Questo perché non si equivochi sulla possibilità di seguire il santone
e credersi «a posto» con la propria fede cattolica; le due cose sono
infatti - contrariamente a quanto possa affermare il medesimo Sai Baba
- assolutamente inconciliabili.
Qual è il messaggio veicolato da questo strano e famoso personaggio?
Sostanzialmente si tratta di una ripresa di temi induisti cari alla
scuola dell'Advaitha Vedanta, che presupponendo un'identità sostanziale
ed ontologica tra il creato ed il Creatore, apparentemente non
percepibile solo a causa del velo dell'illusione pervadente
l'incoscienza dell'individuo non consapevole, il quale, incatenato e
schiavizzato per questo al ciclo indefinito di più reincarnazioni,
resta succube della propria fallace limitata condizione umana.
Il reale grande «peccato» dell'uomo consiste proprio nel soffermarsi
nell'illusoria immagine dualistica, che evidenzia contrari e
contrapposizioni, invero non esistenti.
Il «non dualismo» vedanta postula infatti il superamento dell'accidente
effimero consistente nel velo di ignoranza, che stordisce ed addormenta
lo spirito dell'uomo.
Leggiamo, per esempio, da un suo recente discorso:
«Gli sciocchi e gli ignoranti non sono consapevoli della loro vera natura e la pensano diversamente. Dio è presente in tutti gli esseri umani. Tutte le teste di tutti gli esseri umani di questo mondo sono in verità vere e proprie teste di Dio. Questo è il motivo per cui Dio viene descritto come Viratasvarupa (incarnazione della Divinità Cosmica): la Sua è la forma cosmica. In questa forma cosmica, ciascuno ha una forma diversa ma Dio è immanente in ognuna. Nella Bhagavad Gita, Krishna ha dichiarato: 'L'eterno Atma in tutti gli esseri è una parte del Mio Essere' (Mamaivamsho jivaloke jivabhuta sanathana). Solo Io sono presente in ciascuno di voi. Voi non siete diversi da Me. Non abbiate alcun dubbio o diverse opinioni a questo proposito. Rafforzate il vostro amore, perché questa è la vera sadhana (pratica spirituale). Se il frutto dell'Amore è maturo nel vostro cuore il Suo succo può esser diviso con tutti. Perciò, per prima cosa, lasciate che nel vostro cuore maturi il frutto dell'Amore. Se solo vi riempite il cuore di Amore Puro, quell'Amore potrà essere diviso con tutti ed allora tutti diventeranno incarnazioni dell'Amore. Nel mondo allora non ci sarà più alcun motivo di odio o violenza. Oggi, ovunque si guardi, fra la gente si trovano odio e differenze di opinione ma, in effetti, non esistono veramente differenze. Nella vita del mondo può sembrare che ce ne siano, ma dal punto di vista spirituale tutti sono Uno» (4).
Soffermiamo l'attenzione fondamentalmente su due aspetti: in
primo luogo sull'insistenza monista dell'unicità di natura
dell'esistente, declaratoria da cui sorge inevitabile l'identità di
natura: l'uomo è Dio e ogni cosa è «Uno»; in secondo luogo l'affettato
ricorso alla piacevole e sentimentale eco che risuona nell'uso ed abuso
del termine «amore», vocabolo, che, come vedremo, risulta assai privo
di senso nel contesto in cui è evocato.
In realtà sotteso al contesto, subdolamente e nascostamente, si cela un
sofisma ingannatore.
La prima vera ed autentica illusione consiste nel ritenere «divina» la
propria natura umana, creata.
La truffa di un tale messaggio infatti non cura né guarisce il
malessere della persona umana, la quale, senza riconoscere il proprio
debole stato di peccatore non è in grado di essere sanata; il malato
che rifiuti aprioristicamente la propria cagionevole salute e la
necessità di una cura, non diverrà mai sano.
L'obiezione per la quale il vero male sia il non riconoscere la natura
divina nascosta in sé, oltre i veli dell'illusione, non regge, perché
presuppone uno stadio di rinuncia ed ascesi, distacco dal mondo, che è
soltanto apparente.
Solo chi si riconosca «polvere», nulla davanti a Dio, è in grado di
annientare davvero la propria superbia ed il proprio egocentrismo; chi,
invece, per superare l'«io» tiranno del cuore, si rifugi nella
convinzione di non essere il «corpo che abita» e la «vita che vive»,
resta incatenato ambiguamente ad una persuasione micidiale, che non è
capace di annullare definitivamente il proprio «io», ma soltanto di
mascherarlo dietro mentite spoglie, alimentandone la sua megalomane
aspirazione segreta.
Si nega valore alla vita presente, relativizzando tutto, ma non si
vuole rinunciare ad un elemento estremo, che è quello della propria
conclusiva giustezza.
Sono santo, ma non ho consapevolezza; sono Dio, ma non me ne rendo
conto.
La superbia del tentatore antico è sempre la medesima celata dietro
ogni abito: «sarete come Dio!».
Quanto distinto e quanto diversamente incide sulla vera umiltà,
l'atteggiamento del cristiano: sono nulla e Dio è tutto; mi rimetto
alla sua infinita misericordia per essere da Lui salvato e divinizzato.
Del resto la falsità del messaggio di Sai Baba si rivela anche nell'uso
costante, affascinante se volete, dell'espressione «amore».
Dicevamo prima che l'espressione a ben vedere, in questo contesto, non
ha senso.
Illustriamo il perché.
Il non-dualismo presuppone una reale conciliazione degli
opposti; quindi non c'è nero né bianco, vero né falso, buono o cattivo:
tutto è «uno», appunto.
Affermare questo ed aggiungere che Dio è amore è in se stesso
contraddittorio.
Se Dio è amore (come noi cristiani sappiamo che è, per Rivelazione)
postula infatti una scelta di campo ben definita: significa che Dio è
solo Bene, è solo Buono; è solo effusione e donazione infinita di Sé.
In altre parole significa «gerarchizzare» i valori in campo.
Se è vero che tutto è «uno», allora bisogna accettare che Dio sia anche
non-amore o addirittura «odio»; ma questo è assolutamente impossibile e
contrario alla natura eccelsa e perfettissima di Dio.
Sai Baba non riconosce tanto, semplicemente sa che utilizzare questo
vocabolo «fa presa» sulle masse, che vogliono sentire parlare di amore
(già! Ma di quello vero); è una necessità ineliminabile: l'amore dà
senso alla vita e la vita è una continua richiesta di senso da parte
dell'uomo.
Ma l'Amore, con la maiuscola, deve necessariamente supporre un Essere
infinitamente buono, che non conviva nelle luci ed ombre di una
divinità omnicomprensiva e super-partes.
No!
Il Dio vero deve essere solo Amore; non vi può essere luce e tenebra
insieme; deve essere solo Luce.
Non so se al lettore risulti più chiaro il sofisma.
Dire che tutto è «uno», che tutto è equivalente, perfino le religioni,
che tutto è relativo, perché la vita è mera apparenza e poi incentrare
il proprio messaggio di salvezza sulla necessità di amare, è
semplicemente una menzogna ed un impossibile logico e metafisico.
Per chi volesse saggiare ancora qualcosa di questo inganno
mortale, potrà consultare il sito (5)
di alcuni adepti di Sai Baba, che per legittimare le accuse di abuso
sessuale di vario genere in capo al maestro, sono capaci di conciliare
l'inconciliabile, adducendo come giustificazione la necessità di
guarire da un eventuale negativo karma sessuale.
Vede bene chi vuole usare la testa (per ragionare un minimo) che questo
assunto è capace di rendere giusto e santo il peggiore e più efferato
dei delitti compiuti: perché non applicare questo principio anche per
eventuali omicidi commessi?
Le concezioni moniste dell'Oriente portano a conclusioni logiche e
morali simili a quelle dell'ateismo: se Dio non c'è, l'uomo può
permettersi qualunque cosa.
Se quest'uomo si crede anche Dio, cosa gli sarà precluso?!
Stefano Maria Chiari
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Note
1) http://www.saluzzo.chiesacattolica.it/gris/articoli/relig_mag_nculti/oriente/file_doc/sai_baba.doc
2) Per esempio tra quanto riportato
in «Mother Sai», Bollettino dei Centri Sri Sathya Sai Baba, ottobre
1988, pagina 21 e quanto asserito in «Mother Sai», ottobre 1988,
pagina10: nel primo discorso, destinato ad un «pubblico orientale», il
santone metterebbe in evidenza alcuni aspetti propriamente mistici
della legge del karma, per i quali la sofferenza costituisce meccanismo
insostituibile di espiazione; nel secondo, invece, il cui auditorio era
per lo più di «occidentali», l'accento verrebbe spostato sul «potere»
del discepolo di vincere tutte queste conseguenze del destino karmico.
Come dire, ad ognuno il discorso che più piace agli orecchi, ossia
verità subordinata al sentimentalismo dell'audience.
3) Vedi http://www.exbaba.it/texts/opinioni_contrastanti_su_sai_baba.htm
4) Da http://www.sathyasai.it/
5) http://www.saibaba-aclearview.com/it/contents1.html
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