SONDRIO, mercoledì, 2 novembre 2005 (
ZENIT.org).-
Dopo quasi cinque anni e mezzo dal suo omicidio, è stata aperta la
causa di beatificazione di suor Maria Laura Mainetti, uccisa a
Chiavenna (Sondrio) da tre ragazze minorenni durante un rito satanico.
Con le parole “Fa’ che la Chiesa ce la ridoni santa tra i santi,
compagna di cammino, efficace educatrice nell’amore”, scritte sulla
preghiera per ottenere la beatificazione della religiosa, la causa è
stata solennemente avviata domenica 23 ottobre a Chiavenna dal Vescovo
di Como, monsignor Alessandro Maggiolini.
“Dopo il tempo del dolore e del lutto, ora è il tempo della gioia e
della luce”, ha affermato il giorno successivo l'arciprete di Chiavenna
San Lorenzo, monsignor Ambrogio Balatti, secondo quanto reso noto da
“Avvenire”.
Suor Maria Laura venne massacrata con 18 coltellate la notte fra il 6 e
il 7 giugno 2000 dopo essere stata condotta in uno scuro viottolo da
tre ragazze minorenni, due di 17 anni, l'altra di 16.
“Le tre sciagurate non potevano trovare scusa migliore per attirare
suor Laura. Una di loro disse di aspettare un bambino, di essere stata
rifiutata dalla famiglia e dal fidanzato, di non sapere più cosa fare e
dove andare – ha raccontato monsignor Balatti –. Mi arrabbio quando
dicono che suor Laura fu una sprovveduta. Adottò tutte le precauzioni,
così come fecero le giovani, che seppero architettare un piano astuto e
diabolico”.
“Come poteva suor Laura, la cui nascita costò la vita a sua mamma,
morta pochi giorni dopo averla data alla luce per le conseguenze del
parto, rifiutarsi di aiutare quella ragazzina che diceva di essere
madre? Certo, mentiva. Ma sono valutazioni che facciamo adesso”, ha
aggiunto.
Suor Laura aveva “una predilezione speciale per i giovani”, che
“considerava i veri poveri di oggi: li vedeva smarriti, senza punti di
riferimento, esposti al rischio del vuoto esistenziale”.
Durante la prima fase degli interrogatori, le colpevoli dissero di aver
ucciso la religiosa per “scacciare la noia di una vita sempre uguale in
una piccola realtà cittadina”, ma presto emerse un’altra verità
altrettanto sconcertante: la volontà di compiere un rito satanico,
durante il quale sacrificare un sacerdote – inizialmente la vittima
prescelta era proprio monsignor Balatti – o una suora, in quanto
espressione della presenza di Dio.
“In quel periodo interessarsi di satanismo e occultismo era diventato
quasi una ‘moda’ – ha osservato l’arciprete –. Persino l'abbigliamento,
la musica, alcuni libri contribuivano alla diffusione di tale
tendenza”.
“Molti giovani la seguirono più che altro per il desiderio di mettersi
in evidenza, di sfidare le regole – ha continuato –. In alcuni trovò
terreno fertile perché c'era in loro rabbia nei confronti di Dio,
magari per problemi personali, per dispiaceri in famiglia. È risultato
però evidente che questi giovani non è che fossero potenzialmente
portati a compiere misfatti così gravi”.
La comunità di Chiavenna, ha spiegato, è rimasta “sconvolta e
atterrita” dall’omicidio di suor Maria Laura, ma ha saputo reagire “con
dignità e compostezza” e oggi si riscontra, “nei giovani come negli
adulti, una maggiore attenzione ai problemi del disagio ma anche una
sensibilità più forte verso le proposte religiose”.
“Chi ha fede ha saputo cogliere in questa vicenda il piano misterioso
di Dio. Una fiducia che raggiunge anche chi non è un grande credente.
Chi invece è lontano ci potrebbe vedere come fanatici... In queste
vicende i punti di vista da considerare sono sempre due: è un dono
avere tra di noi una beata, ma bisogna anche considerare le circostanze
che hanno portato a questa grazia”, ha constatato.
“Da una parte c'è la grandezza di suor Laura, dall'altra ci sono delle
giovani che hanno bisogno di aiuto. Per vedere i frutti più maturi di
tutto questo occorrerà aspettare ancora qualche anno”, ha aggiunto.
Durante la cerimonia di apertura della causa sono stati letti alcuni
pensieri scritti da suor Maria Laura: “Ti appartiene, Gesù, la mia
vita”, “Signore, prendi pure il poco che ho e la miseria che sono”.
“Tutti i Vescovi lombardi a cui ho chiesto il parere per poter
introdurre la causa – ha spiegato il Vescovo di Como – hanno risposto
con entusiasmo e sono convinti che suor Laura ha un messaggio
attualissimo da comunicare, un messaggio che è per la vita. Leggendo e
rileggendo le sue memorie sono stato colpito dalla spiritualità che
ella ha vissuto e sperimentato. Il suo senso di donazione ha portato
questa suora umile e intuitiva, con gli occhi lampanti che vedevano
l’intimo dell’animo, fino alla morte”.
Le stesse assassine hanno infatti confessato che nel momento in cui
moriva suor Maria Laura trovò la forza di pregare per loro, dicendo
“Signore, perdonale”.
“Sono certo – ha detto monsignor Maggiolini – che tutto questo si
riverbererà positivamente anche sulle tre ragazze: quella di suor Laura
è una luce che le aiuterà a crescere e maturare”.
Suor Maria Laura, al secolo Teresina Mainetti, era nata a Colico
(Lecco) il 20 agosto 1939 e al momento della morte era superiora della
Comunità delle Figlie della Croce presso l'Istituto Immacolata di
Chiavenna.
In sua memoria, il comune della provincia di Sondrio ha visto nascere
una Fondazione e una serie di servizi socio-caritativi e di aiuto alla
vita. Alla suora uccisa sono stati intitolati vari centri religiosi di
Chiavenna, uno a Casale Monferrato e uno in Costa d’Avorio.