G.r.i.s. Gruppo Ricerca Informazione Socio Religiosa Diocesi di Rimini
“E' importante che Dio sia presente nella vita pubblica, con segni della Croce, nelle case e negli edifici pubblici” S.S. Benedetto XVI – Castelgandolfo, 15 Agosto 2005 (Festa dell'Assunzione di Maria Santissima)
“Ma il Figlio dell’Uomo quando verrà, troverà
la fede sulla terra?” (Luca 18,8).
Non possiamo assolutamente rimanere indifferenti verso questa affermazione di Nostro Signore Gesù Cristo. Proviamo a riflettere e guardiamoci intorno nel frattempo. Come sta evolvendo la nostra società? Rispetta gli insegnamenti evangelici? Possiamo ritenerci soddisfatti di come stanno crescendo i nostri figli? E le famiglie sono unite? Perché così tante divisioni sembrano crescere? Quanti ancor oggi pregano quotidianamente, si confessano e partecipano alla Santa Messa? Quanti credono ancora alla viva presenza di Gesù nell’Eucaristia? Noteremo, allora, una veloce perdita della Fede nella nostra vita e, di conseguenza, un rapido sfratto di tutto ciò che è sacro e quello che lo rappresenta. Una cacciata di Dio dal mondo da parte dell’umanità, la quale, oggi, preferisce seguire la tentazione di satana che già fu rivolta al Cristo nel deserto, quando gli mostrò tutti i regni del mondo con tutte le loro ricchezze:
“ Tutte queste cose io te le darò, se prostrato a terra mi adorerai” (Mt 4,9).
La risposta di Gesù, verso questa subdola proposta del maligno, fu rapida ed implacabile:
“ Vattene satana! Sta scritto: Adorerai il Signore Dio tuo e a lui solo presterai culto” (Mt 4,10).
Oggi in tanti modi sta avvenendo questa rottura col divino, rinnegando il Suo culto e la Sua adorazione. Per esempio tramite l’eliminazione dei crocifissi e di ogni simbologia cristiana nei luoghi pubblici, in ossequio dello stato laico. Già Benedetto XVI ebbe chiaramente a dire, poco dopo il suo rientro dalla Turchia:
“Oggi la laicità viene comunemente intesa come esclusione della religione dai vari ambiti della società e come suo confino nell’ambito della coscienza individuale. La laicità si esprimerebbe nella totale separazione tra lo stato e la Chiesa”.
Sorgono quindi, spontaneamente, alcune considerazioni:
- Stato laico vuol dire un tipo di stato che interagisce con la Chiesa
per il bene comune. Per dirla con il catechismo della Chiesa Cattolica:
“E’ compito dello Stato difendere e promuovere il bene comune della società civile, dei cittadini e dei corpi intermedi”. (1)
- Stato laico, oggi, viene invece considerato un tipo di stato ateo ed
agnostico, dove i principi morali e religiosi sono repressi e combattuti
o visti come inutili superstizioni di un medioevo oscurantista. Anche
qui la Chiesa ci avverte della deriva:
“L’idolatria non concerne soltanto i falsi culti del paganesimo. Rimane una costante tentazione della fede. Consiste nel divinizzare ciò che non è Dio. C’è l’idolatria quando l’uomo onora e riverisce una creatura al posto di Dio, si tratti degli dèi o dei demoni (per esempio il satanismo), del potere, del piacere, della razza, degli antenati, dello Stato, del denaro ecc. (…) L’idolatria respinge l’unica Signoria di Dio; perciò è incompatibile con la comunione divina”. (2)
Capiamo che addirittura può trasformarsi in culto idolatrico lo
stesso Stato, nel momento in cui la società respinge l’unica
Signoria di Dio e preferisce adorare ciò che al Signore si sovrappone.
(3) “ Vattene satana! Sta scritto: Adorerai il
Signore Dio tuo e a lui solo presterai culto”. Con queste premesse,
risulta chiara l’importanza di avere un crocifisso ed i segni della
tradizione sacra nei luoghi pubblici, nonché la gravità
del gesto del volerli sostituire dopo due millenni. Rimaniamo profondamente
addolorati e sorpresi dalle affermazioni del Rabbino Capo di Roma Riccardo
di Segni, a proposito della presenza del crocifisso nei luoghi pubblici:
“Nel nostro pensiero bisogna fare un importante distinguo fra luogo pubblico e persone. Nel primo, oltre alla fotografia del Presidente della Repubblica, in cui tutti ci riconosciamo, non dovrebbero esserci altri elementi di connotazione. Con questo, non vogliamo intraprendere alcuna guerra al crocefisso, anche se non siamo d’accordo”.(4)
Questa affermazione di pieno relativismo (5) (ahimé!!!) è stata pronunciata dopo l’incontro pubblico a Palazzo Vitelleschi, a Roma, con il Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro, Luigi Danesin, della Gran Loggia d’Italia, Massoneria (6) Universale di Rito Scozzese Antico Accettato, Obbedienza di Piazza del Gesù. Sostituire l’immagine di Dio con Napolitano, perché oltre al Presidente della Repubblica “non dovrebbero esserci altri elementi di connotazione”, suona come nota stonata, soprattutto perché in questo caso chi si esprime è un rabbino Capo. Il culto a Dio viene insomma sostituito da un altro culto! Riccardo di Segni conferma il suo pensiero in un articolo intitolato: “ Sul crocifisso nelle scuole”. Egli dice:
“La domanda che allora si pone a quella parte del mondo cattolico che si batte tanto per il crocifisso è se siano tornati, o non siano mai finiti, i tempi in cui la religione cattolica ha pensato di imporsi e diffondersi non con la testimonianza e la pratica esemplare delle sue virtù, ma con l´invasione, la forza, l´occupazione. Il problema che ci preoccupa è quale modello di religione sia dietro alle richieste dei difensori del crocifisso (…) come cittadini partecipiamo al dibattito civile per definire i limiti e i diritti di ogni religione nella società laica; come fratelli, rivolgiamo ai fratelli cattolici una domanda preoccupata sulla loro identità, sul loro modo di vivere e proporre la loro fede al mondo circostante”.(7)
Risulta chiaro che oggi lasciare il crocifisso in un luogo pubblico, in un’Italia che ha 2000 anni di storia cristiana, non viene inteso come simbolo religioso e di fede (8) portatore di pace, di speranza, di carità, di rispetto per tutte le religioni, per tutte le tradizioni dei popoli, per tutte le razze, di reale vittoria sulle potenze infere ed oscure che s’annidano prima dentro di noi e poi nella società; ma viene percepito come se:
Riccardo di Segni non è il solo! Oltre a tanti personaggi del mondo politico c’è stato pure quello “pseudo-musulmano” occidentalizzato di Adel Smith – dal cognome infatti “islamissimo” - che ha definito Gesù crocifisso: “cadavere in miniatura”. L’immagine del Redentore doveva essere tolta dalle pareti, poiché turbava l'animo sensibile dei bambini; dimenticando che, nel Corano, alla sura dei profeti (XXI,91), vi è scritto:
“Ricordati pure di Maria, la quale preservò la sua verginità, e noi alitammo in essa del nostro spirito, e facemmo, di essa e di Suo Figlio, un segno della potenza di Dio, per le creature”.
Si delinea così, il nuovo pensiero del nuovo ordine mondiale dell’uomo moderno , che non è altro che la vecchia tentazione del vecchio sovvertimento universale del serpente antico. Vengono in mente le celebri parole di Pio XII, pronunziate alla Gioventù Italiana dell’Azione Cattolica il 19 Marzo 1958:
“ Mille errori moderni sono stati puniti dal loro fallimento; voi avete visto l’orgoglio di talune grandezze oscurarsi nel nulla, l’opulenza di talune fortune scomparire all’improvviso, l’abiezione della lussuria spesso mescolarsi a fiumi di lacrime e di sangue che hanno attraversato il mondo nei tempi passati. Altri errori dovranno scomparire, altre sedi elevate dovranno cadere; altre ambizioni sfrenate crollare in pezzi. E la rovina sarà tanto più vertiginosa, quanto più sarà stata grande l’audacia di rivaleggiare con Dio”.
Non ci resta solo (ed è tanto!!!) che rimanere ancorati alla nostra tradizione, a Cristo Gesù ed a Maria, alla Santa Romana Chiesa Cattolica, al Santo Pontefice, alla Santa Messa, alla Adorazione Eucaristica, alla lettura della Sacra Scrittura, all’acqua benedetta, agli oggetti benedetti presenti nelle nostre case o portati addosso, ed alla recita del Santo Rosario nelle nostre famiglie; senza mai dimenticarci che: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi” (Mc. 8,38). Nostro compito in questi tempi è la difesa della Chiesa Cattolica con il Suo Santo Pontefice. La nostra difesa sia anche critica quando serve, ma non imperniata di un costante e scontato criticismo. Dobbiamo credere ed obbedire fermamente -ad immagine di chi si è fatto obbediente sino alla morte- puntando sul frutto delle nostre azioni.
“Dicendo questo non intendiamo affatto muovere un processo al clero. Il problema concerne solo il laicato; e le cause del fenomeno sono da ricercarsi nell’affermazione del guelfismo. Da parte del clero, anzi, si sono avuti molti lodevoli tentativi di mutare in meglio la situazione, ma tutto è inutile se non si risale decisamente alle cause prime (…) Rispondere alle esigenze del proprio tempo significava, nell’era del cristianesimo equestre e veramente militante, combattere di secolo in secolo, e con la medesima tenacia, le eresie tipiche del momento, e quindi instaurare un ordinamento civile atto alla difesa delle istituzioni e delle anime dal morbo che di volta in volta s’avventava sulla Chiesa. Invece nel tempo moderno, vivere il proprio tempo significa, in pratica, accondiscendere alle eresie del secolo cercando un modus vivendi con quelle, purché sia salva la possibilità di ottemperare ai precetti della Chiesa. Da lungo tempo, le organizzazioni del laicato cattolico non sono più state all’altezza dell’avventarsi continuo dei nemici del Cristianesimo e della civiltà; in una parola, i cattolici non sono più stati capaci di combattere. (9) Risorga quindi la cavalleria di Cristo pronta a difendere senza mezze misure e compromessi le eresie dei nostri tempi. Concludendo: noi crediamo, per grazia del Cielo, che Gesù fu veramente Dio fattosi uomo, che veramente ha amato ed ama tutti quanti, tutti i popoli, tutte le razze, tutti i suoi nemici, tutti i suoi persecutori; e noi cattolici siamo chiamati a seguire il Suo insegnamento e non a relativizzarlo. Umanamente non potremmo mai del tutto capire la Sua Immensa Misericordia. Aiutano e “turbano” alquanto l’animo queste parole che riferì lo stesso Gesù a Suor Faustina Kowalska, poi divenuta Santa: “Anche se l’anima fosse come un cadavere in piena putrefazione, se umanamente non ci fosse più rimedio, non è così davanti a Dio. Le fiamme della misericordia mi consumano, desidero effonderla sulle anime degli uomini. Io sono tutto amore e misericordia. Un’anima che ha fiducia in Me è felice, perché Io stesso mi prendo cura di lei. Nessun peccatore, fosse pure un abisso di abiezione, mai esaurirà la mia misericordia, poiché più vi si attinge più aumenta. (…) Quando un’anima esalta la mia bontà, satana trema davanti ad essa e fugge fin nel profondo dell’inferno. Il mio cuore soffre perché anche le anime consacrate ignorano la mia Misericordia e mi trattano con diffidenza. Quanto mi feriscono! Se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie piaghe!”.
Federico Intini
Associazione Studi Cavallereschi S. Giuseppe da Leonessa
Note