G.r.i.s. Gruppo Ricerca Informazione Socio Religiosa Diocesi di Rimini
In preparazione al Convegno Ecclesiale di Verona abbiamo letto e meditato
la prima lettera di San Pietro, scritta nel I secolo, rivolta a cristiani
che vivono in province remote dell’Impero Romano, nelle regioni
nord-orientali di quella che è l’attuale Turchia: regioni
marginali oggi, figurarsi 2000 anni fa! I cristiani allora vi erano stranieri
e dispersi, esigua minoranza in un mare di popolazioni pagane.
San Pietro, a sua volta, scrive da “Babilonia”: un termine
per indicare la Roma di allora, vera Babele di popoli, patria di un paganesimo
imperante, pervasivo di tutta la vita civile e personale; in esso si mescolavano
culti e credenze, riti e misteri, di tutti i popoli dell’Impero.
Anche noi abbiamo l’impressione di abitare in una terra di confusione,
dispersi in un mondo sempre più globalizzato, babele di lingue
e soprattutto di opinioni, di credenze, di modi di vivere.
Anche in campo religioso. Oggi si confrontano le grandi religioni storiche,
in un confronto non facile, ma reso necessario e fecondo dalla mobilità
delle persone, dai fenomeni migratori, dalla globalizzazione mediatica.
Ma si assiste anche all’incessante proliferazione e diffusione di
religioni “fai da te”, di gruppi devianti dalle religioni
storiche, di culti e pratiche che si rifanno ad antiche forme pagane o
a filosofie e visioni della vita maturate in altri contesti storici e
culturali. Per non parlare della diffusione di superstizioni e di pratiche
esoteriche che si penserebbero retaggio dei secoli più bui della
storia e che invece trovano folle di adepti, sia pure spesso occasionali,
anche in quest’epoca che si vorrebbe più colta e preparata
sul piano critico e scientifico.
Nel mondo sempre più secolarizzato, che irride la religione, che
emargina Dio, che imposta la vita come se Dio non ci fosse, che pretende
– bontà sua! - di confinare la religione nel privato, si
assiste, quasi per contrasto, alla proliferazione di manifestazioni religiose
anomale, o di espressioni pseudoreligiose.
Sembra che, parallelamente con la diffusione del secolarismo, un insopprimibile
bisogno del sacro spinga un numero crescente di persone verso una qualche
forma religiosa, spesso eterodossa. Questo fenomeno da una parte testimonia
che il bisogno di senso, e quindi la domanda religiosa, è insopprimibile
nel cuore umano; dall’altra che, se a questo bisogno e alla conseguente
domanda vengono date risposte che non rispecchiano la verità, il
rimedio finisce per essere peggiore del male! Se uno è malato,
non acquista la scatola di medicinali più pubblicizzata, o più
colorata; ma il farmaco che lo può guarire; se no il suo male peggiora!
La moltiplicazione di queste forme fa pensare ad una specie di supermarket
delle religioni, nel quale ognuno può acquisire quella più
confacente alle sue attese, ritagliata sui suoi bisogni; ma quanto “vera”?
Anche la religione “fai da te” è un dato di questo
tempo, figlia del bisogno del sacro e del relativismo imperante; si rifiuta
la fede cattolica per accattare qua e là brandelli assortiti di
pseudorivelazioni, di pratiche cultuali, di filosofie di vita.
Una caratteristica comune a numerose di queste nuove forme religiose è
la ricerca di emozioni: quello che conta non è il rapporto con
Dio, ma suscitare un appagamento psicologico immediato, che ha ben poco
a che fare con una vera esperienza di Dio.
Un’altra caratteristica comune a numerosi di questi nuovi movimenti
religiosi è la chiusura all’interno del gruppo, la rottura
delle amicizie e a volte delle parentele, la fuga dalla realtà
e dagli impegni della vita sociale.
Non mancano poi, come è ben noto dalle cronache e come esperienze
dolorose evidenziano sempre più spesso, forme ancor più
devianti, con fenomeni che finiscono per riguardare non solo la sfera
religiosa, ma lo stesso codice penale, con circonvenzione di persone fragili,
abuso della credulità, truffe, violenze…
Come reagire?
La prima lettera di Pietro non solo ci testimonia un contesto culturale
per tanti versi simile al nostro, ma ci offre anche importanti indicazioni:
“Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere
a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia
questo sia fatto con franchezza e rispetto”.
L’apostolo Pietro invita i cristiani a non chiudersi in se stessi,
ma a dialogare con tutti, a fare luce, a ragionare e a confrontare. “Con
franchezza” occorre andare alla radice delle varie credenze e pratiche,
religiose e pseudoreligiose, per denunciarne le contraddizioni interne
e le mistificazioni, che non di rado vanno contro la dignità dell’uomo
e contro la verità. Il metodo è quello del discernimento,
dello studio approfondito, della documentazione rigorosa, del dialogo,
nel rispetto per tutti e nell’amore per la verità.
“Con rispetto”, soprattutto per le vittime inconsapevoli,
sapendo distinguere fra l’errore e l’errante. L’errante
è una persona che Cristo ama! E’ un fratello, come quei donatisti
ai quali si rivolgeva - chiamandoli appunto “fratelli” nonostante
la loro ostilità - S. Agostino nel V secolo.
E’ l’opera che svolge da anni il GRIS (Gruppo di Ricerca e
Informazione Socio-religiosa) nella nostra Diocesi, con un’azione
capillare competente e apprezzata, attraverso conferenze cittadine, incontri
nelle sale di comunità nelle parrocchie, interventi sui media,
pubblicazioni.
La presente pubblicazione “Rimini: la sfida della nuova religiosità”
risponde alla domanda circa la presenza e diffusione nel nostro territorio
di sette, di movimenti neospiritualisti, di realtà che si pongono
ai margini delle forme religiose ufficiali e riconosciute.
Non è un’opera definitiva e conclusa. La ricerca sulle nuove
forme di religiosità (e spesso di pseudoreligiosità) è
un lavoro sempre in corso d’opera, un cantiere aperto: un gruppo
passa di moda, un altro sorge. E’ un lavoro che comporta un discernimento
non facile; non stupisca se si dovesse incorrere anche in qualche allarme
eccessivo, o in qualche sottovalutazione.
La pubblicazione è uno strumento di lavoro, per una conoscenza
e un approfondimento sempre più adeguato.
Ringrazio il GRIS per la sua opera e sono lieto perché questa pubblicazione
ha avuto il successo che merita e si è rivelata efficace per portare
elementi di verità e di chiarezza.
Rimini, 14.11.2006
Sac. Aldo Amati