Sei in: Saggio G.r.i.s. Rimini 2006 - intevento don Aldo Amati 14 11 2006
Rimini: La sfida della nuova religiosità
Presentazione del nuovo saggio a cura del Gris di Rimini

Intervento di Don Aldo Amati del 14.11.2006

In preparazione al Convegno Ecclesiale di Verona abbiamo letto e meditato la prima lettera di San Pietro, scritta nel I secolo, rivolta a cristiani che vivono in province remote dell’Impero Romano, nelle regioni nord-orientali di quella che è l’attuale Turchia: regioni marginali oggi, figurarsi 2000 anni fa! I cristiani allora vi erano stranieri e dispersi, esigua minoranza in un mare di popolazioni pagane.
San Pietro, a sua volta, scrive da “Babilonia”: un termine per indicare la Roma di allora, vera Babele di popoli, patria di un paganesimo imperante, pervasivo di tutta la vita civile e personale; in esso si mescolavano culti e credenze, riti e misteri, di tutti i popoli dell’Impero.
Anche noi abbiamo l’impressione di abitare in una terra di confusione, dispersi in un mondo sempre più globalizzato, babele di lingue e soprattutto di opinioni, di credenze, di modi di vivere.
Anche in campo religioso. Oggi si confrontano le grandi religioni storiche, in un confronto non facile, ma reso necessario e fecondo dalla mobilità delle persone, dai fenomeni migratori, dalla globalizzazione mediatica. Ma si assiste anche all’incessante proliferazione e diffusione di religioni “fai da te”, di gruppi devianti dalle religioni storiche, di culti e pratiche che si rifanno ad antiche forme pagane o a filosofie e visioni della vita maturate in altri contesti storici e culturali. Per non parlare della diffusione di superstizioni e di pratiche esoteriche che si penserebbero retaggio dei secoli più bui della storia e che invece trovano folle di adepti, sia pure spesso occasionali, anche in quest’epoca che si vorrebbe più colta e preparata sul piano critico e scientifico.
Nel mondo sempre più secolarizzato, che irride la religione, che emargina Dio, che imposta la vita come se Dio non ci fosse, che pretende – bontà sua! - di confinare la religione nel privato, si assiste, quasi per contrasto, alla proliferazione di manifestazioni religiose anomale, o di espressioni pseudoreligiose.
Sembra che, parallelamente con la diffusione del secolarismo, un insopprimibile bisogno del sacro spinga un numero crescente di persone verso una qualche forma religiosa, spesso eterodossa. Questo fenomeno da una parte testimonia che il bisogno di senso, e quindi la domanda religiosa, è insopprimibile nel cuore umano; dall’altra che, se a questo bisogno e alla conseguente domanda vengono date risposte che non rispecchiano la verità, il rimedio finisce per essere peggiore del male! Se uno è malato, non acquista la scatola di medicinali più pubblicizzata, o più colorata; ma il farmaco che lo può guarire; se no il suo male peggiora!
La moltiplicazione di queste forme fa pensare ad una specie di supermarket delle religioni, nel quale ognuno può acquisire quella più confacente alle sue attese, ritagliata sui suoi bisogni; ma quanto “vera”? Anche la religione “fai da te” è un dato di questo tempo, figlia del bisogno del sacro e del relativismo imperante; si rifiuta la fede cattolica per accattare qua e là brandelli assortiti di pseudorivelazioni, di pratiche cultuali, di filosofie di vita.
Una caratteristica comune a numerose di queste nuove forme religiose è la ricerca di emozioni: quello che conta non è il rapporto con Dio, ma suscitare un appagamento psicologico immediato, che ha ben poco a che fare con una vera esperienza di Dio.
Un’altra caratteristica comune a numerosi di questi nuovi movimenti religiosi è la chiusura all’interno del gruppo, la rottura delle amicizie e a volte delle parentele, la fuga dalla realtà e dagli impegni della vita sociale.
Non mancano poi, come è ben noto dalle cronache e come esperienze dolorose evidenziano sempre più spesso, forme ancor più devianti, con fenomeni che finiscono per riguardare non solo la sfera religiosa, ma lo stesso codice penale, con circonvenzione di persone fragili, abuso della credulità, truffe, violenze…
Come reagire?
La prima lettera di Pietro non solo ci testimonia un contesto culturale per tanti versi simile al nostro, ma ci offre anche importanti indicazioni: “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con franchezza e rispetto”.
L’apostolo Pietro invita i cristiani a non chiudersi in se stessi, ma a dialogare con tutti, a fare luce, a ragionare e a confrontare. “Con franchezza” occorre andare alla radice delle varie credenze e pratiche, religiose e pseudoreligiose, per denunciarne le contraddizioni interne e le mistificazioni, che non di rado vanno contro la dignità dell’uomo e contro la verità. Il metodo è quello del discernimento, dello studio approfondito, della documentazione rigorosa, del dialogo, nel rispetto per tutti e nell’amore per la verità.
“Con rispetto”, soprattutto per le vittime inconsapevoli, sapendo distinguere fra l’errore e l’errante. L’errante è una persona che Cristo ama! E’ un fratello, come quei donatisti ai quali si rivolgeva - chiamandoli appunto “fratelli” nonostante la loro ostilità - S. Agostino nel V secolo.
E’ l’opera che svolge da anni il GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa) nella nostra Diocesi, con un’azione capillare competente e apprezzata, attraverso conferenze cittadine, incontri nelle sale di comunità nelle parrocchie, interventi sui media, pubblicazioni.
La presente pubblicazione “Rimini: la sfida della nuova religiosità” risponde alla domanda circa la presenza e diffusione nel nostro territorio di sette, di movimenti neospiritualisti, di realtà che si pongono ai margini delle forme religiose ufficiali e riconosciute.
Non è un’opera definitiva e conclusa. La ricerca sulle nuove forme di religiosità (e spesso di pseudoreligiosità) è un lavoro sempre in corso d’opera, un cantiere aperto: un gruppo passa di moda, un altro sorge. E’ un lavoro che comporta un discernimento non facile; non stupisca se si dovesse incorrere anche in qualche allarme eccessivo, o in qualche sottovalutazione.
La pubblicazione è uno strumento di lavoro, per una conoscenza e un approfondimento sempre più adeguato.
Ringrazio il GRIS per la sua opera e sono lieto perché questa pubblicazione ha avuto il successo che merita e si è rivelata efficace per portare elementi di verità e di chiarezza.

Rimini, 14.11.2006
Sac. Aldo Amati